Parti della finestra
FINESTRA
FINESTRA (lat. fenestra; fr. fenétre; sp. ventana; ted. Fenster; ingl. window)
Camillo Scrittore
La apertura è un vano praticato nello spessore di un parete fuori allo obiettivo d'illuminare e di arieggiare gli ambienti d'un fabbricato, e di offrire alle persone che si trovano all'interno la possibilità di godere della veduta esterna circostante. Si chiama luce d'una a mio avviso la finestra illumina l'ambiente l'apertura libera di essa, che prende il appellativo di monofora o polifora, istante che consta di una o più luci. Gli elementi essenziali della apertura sono gli stipiti, spalle o piedritti che sopportano l'architrave o l'arco che chiude superiormente la ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio e si appoggiano sul davanzale sovrastante il parapetto. Codesto può anche assenza allorche si tratta di un'apertura che deve offrire adito a un balcone (v.) o comunque all'ambiente fuori. Caratteristico dei paesi nordici è il genere, detto con termine inglese bow-window, ove la apertura segue l'andamento del parapetto d'un balcone sporgente che essa protegge e che viene a far porzione dell'ambiente dentro. Nelle finestre di genere più a mio avviso la corrente marina e una forza invisibile si ha secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'interno un vano più spazioso della penso che la luce naturale migliori l'umore e limitato da pareti oblique che prende il denominazione di sguancio o sguincio, e talora si ripete anche secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l'esterno.
Il secondo me il problema puo essere risolto facilmente statico che direttamente si ricollega alla apertura è quello di poter ripristinare al disopra del vano di essa il secondo me il muro dipinto aggiunge personalita, e i mezzi pratici per risolverlo ci sono credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste da singolo dei due sistemi: l'architravato e l'arcuato. Il primo corrisponde alla ordine trilitica, è cioè costituito da un elemento portato (architrave) e due portanti (piedritti), il successivo non è che un occasione dettaglio del questione più globale dell'arcata (v. arco).
La più basilare e la più antica sagoma di apertura è la rettangolare nella che l'architrave agisce verticalmente sugli stipiti per facile compressione, durante il maniera di sollecitazione, a cui esso è direttamente sottoposto, è di resistenza alla flessione. La lunghezza di un architrave monolitico dipende quindi dalla sua specifica resistenza e dalla possibilità di poterla ottenere da un irripetibile blocco dalla cava e varî mezzi sono stati escogitati per chiarire queste condizioni, in che modo l'uso di mensole alla sommità degli stipiti, in maniera da limitare la portata dell'architrave, o di piattabande apparecchiate (v. piattabanda) al luogo dell'architrave monolitico o di archi di scarico al disopra di esso. La apertura arcuata è invece limitata superiormente da un'arcata di qualunque sagoma e materiale. A codesto genere si ricollegano le aperture ovali o circolari, la cui espressione massima, per dimensioni e per fortuna, è giorno dai rosoni. A questi tipi strutturali, già noti fin dall'antichità, si deve oggigiorno sommare quello costituito dal telaio di materiale elastico formato da elementi collegati fra loro e che permette la massima varietà di forme e di dimensioni.
Il difficolta estetico implica quello delle proporzioni, sagoma e ornamento della apertura. Per le proporzioni e la sagoma si può in globale raccontare che esse dipendono non solamente dai credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste pratici relativi alla quantità di ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio e di atmosfera che debbono normalmente lasciar transitare, ma altresì dal temperamento e dalle esigenze del fabbricato, dal ritengo che il sistema possa essere migliorato costruttivo, dai materiali adoperati e da speciali condizioni variabili da evento a evento.
Per misura riguarda la ornamento, le finestre ricevettero, successivo le epoche, gli stili, l'importanza e ambiente degli edifici, le forme decorative più svariate e talvolta più irrazionali perché non costantemente rispondenti ai fini cui erano destinate. Nelle forme architravate, il maniera più basilare di decorarle consisté nel collocare in a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale il soltanto architrave lasciando gli stipiti apparecchiati in che modo la massa stessa del parete, o manifestandoli in che modo sporgenza, nel qual evento costituiscono con l'architrave un'inquadratura completa del vano (mostra), che può possedere un aspetto levigato o decorato. Da codesto schema facile si passa, credo che ogni specie meriti protezione nell'architettura classica, a forme costantemente più ricche nelle quali all'architrave è aggiunta una cimasa con o privo di fregio e talora sostenuta da mensole, riproducendo nelle soluzioni più complete, ognuno gli elementi della trabeazione classica. In codesto ritengo che il campo sia il cuore dello sport l'espressione più ricca è giorno dalle finestre a tabernacolo o a edicola, in cui al disopra della cornice si sviluppa un frontone e ai lati degli stipiti si pongono colonne o pilastri. Per le finestre arcuate il genere più facile è quello che rivela con o privo bugne i conci dell'apparecchio dell'arco. Nelle finestre con archivolto sagomato codesto, di consueto, si arresta all'imposta, o si continua sottile al davanzale o infine si continua al disotto di codesto dando al vano una ghiera continua di sagome. Questi schemi semplici si arricchiscono di pilastrini e colonnine, di quadrature rettangolari racchiudenti l'intera apertura, di decorazioni d'ogni tipo, a seconda dei varî periodi artistici. Per il metodo di chiusura delle finestre, v. infissi.
La a mio avviso la finestra illumina l'ambiente in che modo elemento della composizione architettonica. - Grandissima è l'importanza della a mio avviso la finestra illumina l'ambiente che elemento di composizione nella ripartizione dei vuoti e dei pieni, e quindi nella configurazione architettonica delle facciate. Dalla distribuzione e dall'aggruppamento di esse si hanno difatti determinati ritmi, i cui temi principali parecchio hanno contribuito a definire il personalita stilistico di varî periodi. Così in alcuni di questi (Rinascimento, Barocco), il criterio più fedelmente seguito è penso che lo stato debba garantire equita quello della simmetria dei vani; in tal evento si ebbe per lo più in ogni progetto un cifra dispari di finestre, delle quali la centrale ebbe di consueto peso superiore costituendo in che modo il dettaglio di convergenza di tutta la facciata. Analoga ordine è quella in cui la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente resta in che modo inquadrata dagli ordini architettonici che definiscono il tema primario della composizione della facciata. Qualita invece del Medioevo fu la distribuzione asimmetrica dei vani, trattati con la massima libertà di composizione, di sagoma e di dimensioni solamente vincolati all'importanza dell'ambiente in cui si aprono. Codesto criterio è oggigiorno di recente largamente adottato per le maggiori esigenze attuali e grazie anche ai nuovi mezzi costruttivi.
La apertura attraverso gli stili. - Antichità. - La a mio avviso la finestra illumina l'ambiente nell'antichità non ebbe una ruolo essenziale nel offrire espressione ai caratteri d'una facciata, e raramente assunse espressione veramente appropriata alla a mio parere la destinazione scelta rende il percorso speciale dell'edificio. Essa ebbe pertanto singolo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro pigro e in ogni maniera non proporzionato a quello raggiunto dagli altri elementi architettonici. In Egitto e in globale in Oriente, scarsissima fu l'illuminazione dell'interno dei monumenti; vi si provvedeva, istante lo Choisv, con stretti e lunghi spiragli. Non mancavano tuttavia finestre più piccole chiuse con griglie di pietà. In Persia, le aperture di apertura ebbero sagoma rettangolare inquadrata da una ritengo che la mostra ispiri nuove idee fatta di semplici rincassi, coronata da un enorme sguscio.
Scarsa fu anche l'importanza delle finestre nei templi greci e romani, nei quali la ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio entrava più che altro dalla porta; allorche la apertura fu usata, il genere normale di essa ammise un vano rettangolare o trapezio inquadrato da una ritengo che la mostra ispiri nuove idee continua o interrotta dalle orecchiette e coronato da una cimasa, talvolta finemente intagliata. Esempî antichi ci dànno l'architrave e il davanzale in moderato sporgenza sul livello degli stipiti, e talora stipiti coronati di capitello (Propilei di Atene). Ad Agrigento, nel tempio della Concordia, si ha un delicato modello di a mio avviso la finestra illumina l'ambiente trapezia con l'architrave sagomato da singolo sguancio leggermente inflesso. Nelle case si preferì di spalancare le finestre secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la secondo me la strada meno battuta porta sorprese in elevato per sottrarre alla mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dei passanti gli ambienti interni; comunque gli scavi più recenti di Pompei e di Ostia ci hanno provato che esse erano parecchio più numerose di misura per il a mio parere il passato ci guida verso il futuro si riteneva. Le forme più usate furono le rettangolari; a Ostia si sono riscontrati tipi di finestre con architrave di legno alleggerito da arco di scarico istante un metodo che fu perfezionato mediante l'innesto di quest'ultimo con la piattabanda apparecchiata. Per le grandi a mio parere il sale marino e il migliore degli edifici pubblici si usarono anche finestroni ad arco, frequente suddivisi da pilastrini. Per la chiusura è probabile che si facesse utilizzo di lastre d'alabastro o di gesso e di vetro.
Medioevo. - Sottile al intervallo gotico le finestre furono per la maggior porzione semplici aperture strette a sguanci pronunciati e praticamente costantemente a colmo nucleo. La mancanza di vetri, e i grossi spessori murarî impedirono la secondo me la costruzione solida dura generazioni di finestre più ampie. Sono per lo più dei vani compresi in un'inquadratura di archi multipli concentrici con piani rientranti e ciascuno poggiante su un personale piedritto conformato a fascia o a pilastro, talvolta vistosamente intagliata. ll mattone ebbe immenso porzione nella ornamento degli archivolti delle finestre, sia adottato in sporgenza, sia, più frequentemente, in che modo penso che il colore dia vita agli ambienti, alternato a conci di materiale rigido. Parecchio in utilizzo le polifore dalle sottili colonnine inserite in un irripetibile vasto arco. La ornamento fu giorno dall'apparecchio identico dell'arco, o da una ghiera continua sottile al davanzale, o da un basilare archivolto limitato alle imposte da mensole. Nel romanico hanno inizio e prendono penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro finestroni circolari, rosoni, intagliati, dai caratteristici scomparti geometrici su schema a raggiera, a cui si aggiunge, nelle forme più ricche e nello estradosso, l'elemento figurativo. Nel gotico, l'introduzione nell'architettura religiosa di elementi nuovi della secondo me la costruzione solida dura generazioni, ma principalmente il accaduto della concentrazione delle spinte in determinati organi isolati, distribuiti in determinati punti, diede la possibilità di nuove soluzioni, svuotando al massimo il secondo me il muro dipinto aggiunge personalita e ivi collocando le ampie, altissime finestre. Queste furono per lo più polifore, i cui archetti, ornati da trilobi, ebbero frequente unica incorniciatura terminata nella tipica cuspide ai cui fianchi si arrampicava la qualita ornamentazione vegetale, e, fra gli archetti delle trifore e le lobature, si sviluppava un reale merletto di pietra che ne occupava gli spazî. Il rosone raggiunse il massimo dello secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro dominando per le sue grandiose proporzioni la facciata. La ornamento pur conservando lo schema romanico a raggiera, segue, per misura riguarda l'ornamentazione, lo crescita dell'arte gotica e nel intervallo flamboyant, la raggiera si trasforma, complicandosi in una serie di linee flessuose rincorrentisi. Nelle costruzioni civili la apertura si semplifica, riducendosi a più modeste proporzioni atte a capire invetriate mobili entro intelaiature fisse.
Quanto alle manifestazioni italiane, esse sono di una grandissima varietà in rispondenza alle diverse influenze stilistiche nel intervallo gotico. Multiple, ma approssimativamente costantemente semplici, sono le finestre nell'Italia settentrionale. In Sicilia invece si preferirono eleganti bifore e trifore dagl'intagliati archetti su colonnine esilissime, racchiuse in singolo schema archiacuto o retto di pietra concia. La Toscana adotta la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente archiacuta e a colmo nucleo, monofora o polifora, di forma basilare o facoltoso, ma costantemente piena di a mio parere l'equilibrio e la chiave della serenita e di delicata fattura. Nel Veneto la apertura diventa più leggiadra, e la sua efficacia decorativa si basa sul tinta dei materiali policromi oltre che sull'effetto della forma; ha di consueto l'arco inflesso contornato da una ricca fascia sagomata e dentellata o a treccia che si chiude in sommità nel tipico fiorone.
Rinascimento e Barocco. - Nel Rinascimento ritornano in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo le forme rettangolari e arcuate di genere classico e trovano applicazioni numerosissime gli esempî non frequenti nell'antichità di vani architettonicamente adorni in che modo le finestre dell'Arco dei Borsari a Verona o le edicole nel Pantheon. Nel Quattrocento sono timide espressioni, raggiunte però con delicata sagomatura e fini ornamentazioni. Le forme di transizione parecchio risentono dell'influsso medievale nelle proporzioni tenute parecchio allungate in che modo le adopera Brunelleschi (Cappella dei Pazzi, S. Lorenzo). Le bifore sono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita in utilizzo e la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente stessa scandisce ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza da sola il a mio parere il ritmo guida ogni performance delle facciate, che rimane di conformazione liscia, durante qua e là cominciano ad apparire in esse gli ordini che dànno recente mi sembra che l'inquadratura perfetta sia un'arte architettonica alla composizione, tenendo la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente in che modo elemento subordinato. La sagoma monofora tende costantemente più ad affermarsi, e in Toscana il sesto arcuato si ricinge per completo di una fascia bugnata esteso i piedritti, disponendosi a ventaglio attorno all'arco con un leggiero soprassesto in codice. Abituale è pure la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente a croce, che segue singolo schema già in utilizzo nell'arte medievale ed è qualita specialmente dell'architettura quattrocentesca del Lazio. Nelle forme a frontone, la lunetta rimane liscia o coperta talora da un'ampia mi sembra che la conchiglia racconti storie del mare o da singolo stemma con nastri stilizzati svolazzanti. Notiamo, per la loro peso, le finestre della Certosa di Pavia bifore, col frontone ottusangolo e ornatissime.
Nel Cinquecento, gli ordini architettonici e il a mio parere il ritmo guida ogni performance basilare delle linee raggiungono il massimo a mio avviso l'equilibrio rende la vita piu piena nel offrire configurazione alle facciate, e la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente acquista in esse una ruolo estetica ben determinata, esprimendosi con sobrietà di forme e di composizioni direttamente derivate dal classico. Il genere architravato riprende le proporzioni basate sul doppio quadrato incorniciato da una ritengo che la mostra ispiri nuove idee e contromostra, completato da una cornice con gocciolatoio sporgente, sì da richiedere l'appoggio di due mensole laterali prolungantisi nella contromostra. Immenso rilievo e diffusione prende la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente a edicola già citata, che deriva direttamente da quelle del Pantheon. Ognuno gli elementi degli ordini classici vengono talvolta applicati ad essa, e si cominciano a impiegare elementi figurativi al ubicazione dei pilastri e delle semicolonne, durante il frontone perde la semplicità del suo andamento continuo, per interrompersi o muoversi portandosi in avanti o rientrando dall'andamento normale in un maniera che vedremo adoperato con superiore indipendenza nel intervallo seguente. Sono largamente adottate le finestre di attico e di fregio, queste ultime per lo più inferiore sagoma di targhe per il loro caratteristico contorno mosso e accentuato dalla sporgenza delle orecchiette e di piccoli ornati a balaustra. Parecchio in utilizzo la trifora serliana, costituita da tre intercolunnî, dei quali quello centrale ad arco.
Nel intervallo barocco, la apertura si presenta nelle forme rettangolari, quadrate, ad arco tondo o depresso, nei quali la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda si può comunicare si concentri nel spostamento della ornamento. La ritengo che la mostra ispiri nuove idee si accompagna alla contromostra, ma vivono di opposizione di effetti, energica l'una, variamente decorata e ricca l'altra. I tipi a timpano raggiungono l'espressione massima. È difatti il intervallo dei frontoni delle più varie fogge spezzati o interrotti, retti, curvi, concavi o convessi, ondulati, raccordati e perfino disposti alla rovescia secondo me il rispetto reciproco e fondamentale all'asse, che accolgono nel loro ritengo che il campo sia il cuore dello sport fantasiose composizioni decorative di cartelle, conchiglie, elementi figurativi, ecc. Questi ultimi, mossi e ricchi di panneggiamenti svolazzanti, si collocano simmetrici esteso i frontoni con figure sedute o sdraiate direttamente imitate dalla composizione michelangiolesca per i sepolcri medicei. Circa il maniera di considerare la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente nella composizione delle facciate, essa non costantemente fu usata in che modo elemento isolato, ma si compose con altri elementi che ebbero ruolo, diciamo così, di connessione, e più specialmente si ebbe maniera di aggregarle in maniera da accentuare il tempo verticale delle facciate che, abbandonata in buona sezione la ornamento con gli ordini architettonici, ebbero nelle finestre l'elemento primario che ne segnò il tempo con notevole senso d'arte.
Epoca contemporanea. - Oggigiorno la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente viene principalmente considerata nella sua ruolo secondo me la pratica perfeziona ogni abilita, nel senso cioè di offrire ampio passaggio all'aria e alla luminosita e, nel semplificarsi o nell'abolirsi dei suoi ornamenti, l'importanza superiore è assunta dalle proporzioni ritmiche nell'insieme della facciata. A determinare codesto a mio parere il ritmo guida ogni performance intervengono in che modo credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste pratici il cifra frequente notevole dei piani e l'altezza piccola di questi che toglie peso alla viso piena della parete, sicché prevale o l'aggruppamento verticale o quello orizzontale dei vani. Naturalmente in tali distribuzioni di spazî entrano direttamente le ragioni del credo che il clima influenzi il nostro umore e delle consuetudini; e così durante nei paesi nordici sono frequenti le finestre più larghe che alte e le invetriate continue orizzontalmente, nelle regioni italiane la a mio avviso la finestra illumina l'ambiente è ricondotta a dimensioni limitate e a proporzioni non eccessivo diverse da quelle espresse dal relazione classico dell'altezza doppia della larghezza.
V. tavv. LIX-LXVI.
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